Bottega

La bottega è il cuore di Accademia Minima; il luogo intimo, protetto, accogliente dove attraverso la costruzione di relazioni pedagogiche con il maestro e con gli allievi di maggiore esperienza si viene accompagnati al riconoscimento delle proprie peculiarità, delle proprie potenzialità ed alla tessitura del proprio teatro.

In bottega si sta “assieme”, si diventa piccola comunità, ed il teatro si fa artigianato delle relazioni come nella tradizione dei teatri di gruppo.

Il termine “luogo protetto” è stato usato, negli anni, dagli allievi che con la loro presenza e con la loro generosità hanno trasformato il progetto iniziale in quello che adesso è bottega.

Alla base ci sono degli incontri settimanali suddivisi in tre parti; una prima parte legata all’allenamento psicofisico dell’attore. Piccoli esercizi, individuali e di gruppo, replicabili in ogni circostanza (per chi vuole continuare l’allenamento nei giorni successivi a casa o altrove) che costituiscono l’ossatura del percorso.

Una seconda fase che è dedicata al lavoro “sul pezzo” che porta durante i mesi a realizzare la dimostrazione di lavoro di fine anno.

Tra l’uno e l’altro un piccolo momento conviviale; dove parliamo di teatro, ci confrontiamo, mangiando un biscotto, una fetta di torna o bevendo un tè.

I tre momenti hanno un peso differente nel corso dei mesi; nei primi giorni è fondamentale il momento conviviale e l’allenamento; con il tempo, benché restano costanti, il peso cade maggiormente sulla creazione collettiva di uno spettacolo.

Durante l’anno seminari intensivi, progetti collaterali a cui poter partecipare, e la possibilità di vedere da vicino il lavoro professionale che il maestro porta avanti con i suoi collaboratori. Proprio come in una “bottega” artigiana.

“Mi piace la parola maestro; mi piace usarla e mi piace che venga usata. Maestro ed allievi si scelgono; e sono tali quando si sono entrambe riconosciuti ed hanno dato l’uno all’altro questo compito all’interno della relazione maieutica, di crescita, reciproca. La parola [maestro] non è motivo di vanto, non è un appellativo poco umile, è anzi l’accettare una profonda responsabilità nel ricercare quel tipo di relazione. Maestro ed allievo; una coppia di parole meravigliose. Del resto il teatro, lo sappiamo tutti osservando la storia di questa arte, non è fatta di grandi maestri ma di grandi allievi. Questo è lo scopo principale della relazione allievo maestro e quindi di bottega: accompagnare alla scoperta del proprio teatro dei grandi allievi”.

A Bottega si accede dopo uno o due incontri di prova; dove cerchiamo di capire assieme se allievi e maestro hanno qualcosa da darsi. Reciprocamente ci si sceglie; almeno per un periodo della propria vita.

Per accedere bottega occorre essere iscritti alla Corte dei Miracoli, la casa che ci ospita; e versare ad inizi di ogni mese una quota di 50 euro per studenti e precari della cultura e 60 euro per tutti gli altri.

Queste cifre non servono a pagare le lezioni; ma servono a renderle possibili, servono per pagare gli spazi e le spese vive, ma servono anche al maestro per poter dedicare ai propri allievi tutto il tempo necessario che non si limita a quell’incontro settimanale. Esiste comunque un sistema mutualistico interno di cui parliamo agli allievi ai primi incontri che serve ad “aiutarci” quando qualcuno degli allievi, per difficoltà, non può saldare la quota mensile.

Possiamo anche stabilire delle trimestrali con una piccola riduzione sul costo totale.